PRATO (venerdì 24 gennaio 2024) – Anche il terzo trimestre registra il segno positivo, +19,1% la crescita complessiva nei primi nove mesi dell’anno rispetto al medesimo periodo 2023, di molto superiore anche alla media nazionale che si ferma a +3,7%.
di Elisabetta Rossi
Intesa San Paolo, il maggior gruppo bancario in Italia con una rete di banche controllate e uffici di rappresentanza anche a livello internazionale, ha pubblicato il risultato dell’attività di monitoraggio dei dati economici sui distretti industriali e sui poli tecnologici della nostra regione realizzata dal Research Department di Intesa San Paolo nel periodo gennaio 2024-settembre 2024.
Il risultato, nel complesso positivo, è stato ottenuto grazie alla spinta impressa dalle esportazioni, gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di sbocco per la maggior parte dei comparti industriali.
La crescita è stata principalmente sostenuta dell’oreficeria di Arezzo (+119%) e dai poli della farmaceutica e del biomedicale (+33,3%) che insieme rappresentano oltre il 45% delle esportazioni del 2024 delle attività prese in esame.
Hanno fatto bene anche le filiere dell’ agro-alimentare (+29,2%), specialmente per l’olio e dei vini dei colli di Firenze e di Siena, della nautica di Viareggio (+39,7%) e della camperistica della Val d’Elsa a Siena (+10,4%).
Lieve ma di segno positivo anche la prova dell’industria della floro-vivaistica di Pistoia.
Il distretto del marmo di Carrara con +10,7% traina il comparto del sistema casa che si attesta, nell’ insieme, a +7,3%.
Meno bene va l’export delle tecnologie per il dormire di Quarrata, tra Prato e Pistoia, e del mobile imbottito (-15,1%), condizionate dal calo della domanda dei consumi.
Negativi i primi sei mesi per la filiera dell’industria della carta di Lucca che sembra però aver svoltato. +7,8% nel terzo trimestre, anche se rimane negativo il saldo rispetto al medesimo periodo nel 2023 (-7,3%). +11,8% anche per il settore che costruisce le macchine per l’industria della carta.
Il costo del denaro e il cambio delle abitudini di acquisto dei consumatori che sembrano preferire i marchi fast fashion, ossia la moda a bassissimo costo, sono alla base del calo del tessile.
Il distretto più grande d’Europa è a Prato che ha dato l’ennesima prova di resilenza, riuscendo a contenere la contrazione complessiva (-3,7%) ottenuto dalla mitigazione dei risultati eterogenei tra la componente del tessile (-10,7%) e la tenuta dell’abbigliamento (+2,5%).
“Nel decennio 2012-2022 Prato ha perso, nel tessile, il 21,4% delle aziende, oltre 530 imprese, con una riduzione dell’occupazione del 5%” sono i numeri che denuncia la CGIL di Prato per voce del proprio Segretario Lorenzo Pancini.
“Ripensare Prato” è il nome della ricetta proposta dalla locale Camera del Lavoro, per guardare oltre la crisi. “Il sistema produttivo locale, forze sociali e istituzioni insieme, uno strumento normativo, qualcosa di assolutamente straordinario, come mai si era vista prima o altrimenti dovremmo prendere atto del definitivo declino del distretto» (fonte:https://cgiltoscana.it/2024/12/23/crisi-tessile-prato-lallarme-di-pancini-cgil-e-venuto-il-momento-di-azioni-straordinarie/ -23 dicembre 2024)
Last modified: Gennaio 24, 2025