PRATO (giovedì 11 aprile 2024) – Non cambia il verdetto per i sanitari che avevano soccorso Gaddo Giusti, il giovane prematuramente scomparso nell’agosto 2022. Secondo il gip del Tribunale di Prato, Leonardo Chesi, i sanitari che visitarono il calciante della Palla Grossa fecero tutti gli accertamenti necessari e previsti dall’anamnesi rispetto a quanto era stato dichiarato dal paziente.
di Mattia Mezzetti
Il nuovo pronunciamento segue il procedimento di febbraio, che annullò l’archiviazione precedente in seguito a un ricorso presentato dalla madre di Giusti, la quale ottenne la riapertura del caso in seguito alle discrepanza tra due differenti perizie. Il fatto che i sanitari non visitarono ulteriormente il giovane e classificarono i suoi dolori come semplici noie toraciche fu dovuto alla mancata dichiarazione, da parte dello stesso paziente, della sua patologia di ipertrigliceridemia. Questo dettaglio fu infatti reso noto alle Forze dell’Ordine soltanto dal medico curante del calciante.
Secondo Chesi, il personale del Pronto Soccorso si comportò come doveva data l’età di Giusti, la sua storia clinica e la persistenza di dolori toracici che si perpetuava da qualche giorno.
“Il Giusti è stato correttamente considerato un paziente a basso rischio da trattare, secondo le linee guida, con un’urgenza indifferibile. La persona è stata sottoposta a tutti gli accertamenti medici del caso, alcuni dei quali, come l’ecocardiogramma, non erano ritenuti imprescindibili dalle linee guida del settore in un paziente a basso rischio.“
“I sanitari hanno tenuto una condotta sotto il profilo della prudenza. Persino più elevata rispetto a quanto prescritto dalle linee guida avendo, a solo titolo d’esempio, tenuto il Giusti in osservazione oltre 8 ore, nonostante la sintomatologia lieve, e avendo effettuato tre prelievi di troponina anziché due.”
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