PRATO – (Martedì, 11 marzo 2025) — La visita della Commissione d’inchiesta del Senato a Prato porta alla luce condizioni di sfruttamento nelle aziende cinesi.
Di Alessandra Tofani
Tino Magni, presidente della Commissione d’inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro in Italia, ha parlato di “schiavitù” dopo una visita a una delle aziende cinesi sequestrate per sfruttamento lavorativo. Durante l’incontro con le istituzioni locali, Magni ha denunciato un sistema che, pur generando ricchezza, è anche segnato da criminalità e abuso nei confronti dei lavoratori.
Magni, insieme alla senatrice Paola Mancini, ha sottolineato come, nonostante la presenza di generazioni di imprenditori cinesi, persistano difficoltà linguistiche che ostacolano l’integrazione. Il presidente della Commissione ha inoltre chiesto un intervento diretto della Prefettura per affrontare un problema che non può essere ignorato, pur riconoscendo che già esiste una task force per monitorare le condizioni di lavoro, ma che non è sufficiente.
La questione principale sollevata è lo sfruttamento sistematico della manodopera, nonostante l’assenza di casi di “riduzione in schiavitù” formalmente accusati. La situazione è grave, soprattutto nelle confezioni cinesi, come quella dell’Arte Stampa, dove dei 64 lavoratori solo 6 risultano essere regolarmente contrattualizzati. Magni ha ammesso che, sebbene la situazione a Prato sia particolarmente critica, anche altre aree del Paese presentano problematiche simili, ma senza una soluzione immediata in vista.
A seguito della visita, la Commissione ha deciso di ascoltare anche i sindacalisti Luca Toscano e Sarah Caudiero, che da anni lottano per i diritti dei lavoratori pachistani nel distretto tessile. La questione non si ferma qui: giovedì 13 marzo arriverà una nuova commissione della Camera dei Deputati per indagare ulteriormente sulle condizioni di lavoro in altre zone della provincia.
Last modified: Marzo 11, 2025