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Il riciclo tessile sotto attacco: Prato sfida l’Europa per salvare il distretto

Prato – (Lunedì, 7 aprile 2025) — La nuova proposta di regolamento europeo sui rifiuti tessili rischia di danneggiare gravemente il distretto di Prato, leader nel riciclo. Il riconoscimento dei materiali come “end of waste” solo allo stato di fibra aumenterebbe burocrazia e costi. Centinaia di imprese rischiano la chiusura. Il Comune e gli industriali si mobilitano per difendere il sistema. Pronto un tavolo di confronto a Bruxelles.

di Alessandra Tofani

Il distretto tessile di Prato lancia l’allarme: la nuova proposta europea sui rifiuti potrebbe mettere in ginocchio un intero settore. Il nodo è la definizione di end of waste, ovvero il momento in cui un materiale cessa di essere rifiuto e diventa risorsa. Se l’Europa imporrà il ritorno allo stato di fibra per riconoscere tale status, centinaia di imprese che lavorano fasi intermedie – come le sfilacciature – si ritroverebbero sotto vincoli da smaltitori, con costi insostenibili.

Il rischio è la paralisi di un comparto fondato da decenni sul riciclo e sulla rigenerazione di materiali. Oggi, i tessuti selezionati e igienizzati vengono già reimmessi sul mercato come beni e alimentano un’economia circolare riconosciuta a livello mondiale. La normativa europea, però, sembra ignorare le specificità del modello pratese, già preso in passato a esempio.

Per evitare il peggio, il Comune di Prato ha organizzato un incontro europeo con il “tavolo di distretto” per confrontarsi direttamente con i legislatori. Intanto, Confindustria Toscana Nord e altre sigle di categoria stanno preparando documenti tecnici da presentare al Joint research center, nel tentativo di salvaguardare un’eccellenza del riciclo made in Italy.

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Last modified: Aprile 7, 2025
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