Il mostro è libero [se non è morto]: dialogo gli autori 

PRATO (1° ottobre 2024) – Il giornalista Pino Rinaldi e il comandante dei carabinieri Nunziano Torrisi presentano un nuovo prodotto editoriale dal titolo alquanto emblematico: Il mostro è libero [se non è morto]che parla dei fatti che hanno riguardato il famosissimo mostro di Firenze. 

di Ludovica Cassano

Nonostante gli arresti di tre individui (Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Pietro Pacciani) come responsabili dei crimini avvenuti tra il 1965 ed il 1985, molti sostengono che il colpevole non sia mai stato arrestato. 

Si trattò di ben otto duplici omicidi che videro come vittime delle coppie (un totale di 16 vittime accertate), colpevoli soltanto di essersi appartate nelle loro auto, nelle campagne fiorentine, e di aver incontrato il “mostro”. Si trattò di una serie di omicidi davvero cruenti che scossero l’opinione pubblica creando anche molta paura. 

Un’Italia non avvezza al serial killer si scopriva capace di generare anche questo genere di depravazione e ci fu una sorta di “caccia al mostro” con anni di investigazioni e molti vicoli ciechi e buchi nell’acqua. 

Questo libro descrive accuratamente ciò si verificò in quel periodo; grazie alla penna critica di Pino Rinaldi (giornalista) e, soprattutto, alle informazioni fornite dal comandante Nunziano Torrisi (che si occupò delle indagini). Un incontro interessantissimo che avrà luogo al Centro Pecci di Prati, sabato 5 ottobre 2024, alle ore 11:00.

A moderare l’evento sarà Roberto Platania, agente della Municipale di Prato, che farà una serie di domande e si intavolerà una discussione sui fatti e sulle dinamiche investigative oltre a chiedersi cosa si sarebbe potuto fare di più o meglio. Un modo, anche, per migliorarsi come collettività e riflettere su un periodo storico davvero buio della nostra penisola.

Ciò che fa riflettere e che si evince leggendo il libro Il mostro è libero [se non è morto] è proprio che, nonostante il durissimo impegno investigativo, il colpevole dei fatti possa essere ancora in libertà e proprio questa idea (a tratti spaventosa!) è alla base della scelta del titolo.