Prato – (martedì, 18 febbraio 2025) – Un giovane uomo, originario del nord dell’ Africa e detenuto nel carcere di Prato, si è tolto la vita respirando il gas di una bomboletta per cucinare i pasti. Accertamenti in corso.
di Elisabetta Rossi
Sono 40 i drammatici episodi che, dall’ inizio del 2025, si sono verificati nelle carceri della regione Toscana, il primo, nella fattispecie, accaduto nel carcere della città. Il 2024 ha registrato 4 casi.
Il tema correlato è quello del sovraffollamento nelle strutture carcerarie.
I Giovani Democratici, l’organizzazione politica giovanile del Partito Democratico, sottolineano l’importanza di destinare maggiori risorse alla diagnosi e alla cura psichiatrica in carcere, allo stato di sovraffollamento e allo sviluppo di un progetto per ridisegnare l’architettura della pena.
“Il problema non è solo l’assenza di psicologi o educatori, ma un modello repressivo che cancella ogni prospettiva di futuro per chi è dentro. Bisogna ripensare completamente il carcere: ridurre il sovraffollamento, investire in misure alternative alla detenzione e riconoscere ai detenuti il diritto alla salute e alla dignità” il commento del segretario Niccolò Ghelardini.
Irma Conti, penalista cassazionista, esperta in materia penale nonché Presidente dell’Associazione Donne Giuriste Italia (ADGI) ricorda che apparentemente non sembra esserci diretta correlazione tra i suicidi e la condizione abitativa dei condannati alla reclusione.
Tenendo conto del diverso tipo di crimine, sono quasi 20.000 i detenuti con residuo di pena inferiore ai 3 anni a cui le porte della casa circondariale potrebbero aprirsi per dare spazio, sulla base della normativa, all’ introduzione di pene sostitutive della detenzione. Per quest’ ultime, la decisione di applicazione spetta al Tribunale di sorveglianza il cui operato è rallentato dal deficit di risorse, di automazione e dal peso della burocrazia.
Last modified: Febbraio 18, 2025