PRATO (lunedì 17 giugno 2024) – Nelle ultime tre settimane è cresciuta la richiesta di cassa integrazione ordinaria. Ciò vale tanto per l’artigianato quanto per l’industria. Si tratta di un’anomalia, dal momento che, tradizionalmente, giugno e luglio sono due mesi nei quali i macchinari del distretto tessile viaggiano a pieno ritmo. Il settore moda appare in crisi e, già da maggio, il governatore Eugenio Giani si è attivato creando un ravolo per il rilancio del settore che coinvolga le istituzioni, le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali.
di Mattia Mezzetti
“La situazione non è drammatica ma si registra un consistente aumento delle richieste di cassa integrazione, nel periodo in cui si dovrebbero fare gli straordinari. Un trend iniziato a settembre che non accenna a diminuire: ci sono i magazzini pieni, tanto invenduto e qualche azienda sta pensando addirittura di non fare la collezione o per lo meno di ridurla ai minimi termini.”
Ha spiegato Mirko Zacchei, segretario generale di Femca CISL Prato e Firenze. La moda in Toscana impiega 130mila persone, la maggior parte delle quali nei settori produttivi. Si tratta del 6-8 per cento di tutti gli occupati della regione o, se si preferisce, del 40 per cento di tutto il manifatturiero italiano. Il valore del settore, nella nostra regione, ammonta a circa 5,5 miliardi di euro. Tutti i principali marchi italiani e stranieri producono direttamente o indirettamente in Toscana. A detta di Jury Menghetti, segretario Filctem CGIL per Prato e Pistoia:
“Siamo molto preoccupati. Tantissime aziende hanno fatto richiesta, anche nomi che generalmente non ricorrono a questo ammortizzatore sociale. Altro dato negativo è che crescono anche quelle per il mese di settembre. Segno che gli ordini non arrivano.”
Tag: economia, prato, tessile Last modified: Giugno 17, 2024