PRATO (31 marzo 2024) – Abbiamo già scritto dell’idea del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, supportata dal suo collega alle Infrastrutture e ai Trasporti, Matteo Salvini, di fissare un tetto al numero di stranieri presenti in ogni classe. Non abbiamo però ancora avuto modo di sottolineare come si sia reagito a questa uscita a Prato, nella provincia italiana che da 15 anni possiede una delega che le concede di inserire una percentuale elevata di alunni stranieri nelle sue aule.
di Mattia Mezzetti
La prima a intervenire, in risposta alle riflessioni dei due Ministri, è stata Maria Grazia Ciambelloti, direttrice scolastica dell’IC Marco Polo. A sua detta, la delega di Mariastella Gelmini datata 2010 – quella che concedeva alla scuole pratesi un’ampia libertà nella formazione delle aule – non è mai stata revocata e a Prato si continuano a formare classi servendosene. Non è infatti possibile, in una realtà come quella della nostra provincia nella quale sono numerosissimi i bambini generati da genitori stranieri, rispettare limiti come quello del 20% massimo di studenti non italiani in aula che vorrebbe Salvini. Sarebbe ben più utile impegnarsi a formare insegnanti capaci di insegnare l’italiano a stranieri ed evitare di fare proclami.
Ancora più esplicito si dimostra l’Assessore all’Istruzione di Prato, Simone Mangani, che afferma:
Tag: istruzione, prato, sindaco Last modified: Marzo 31, 2024“Sono parole all’ingrosso che non avremmo mai voluto sentire da un ministro, queste situazioni non si risolvono con slogan, ma con politiche organiche, che a dire il vero sono mancate anche in altri governi. Si deve investire nella mediazione linguistica e culturale, fissare regole uguali per tutti in modo da non costringere le singole amministrazioni a mettere una toppa. Noi lo facciamo da anni con un bando specifico, ma lo fa anche Verona tramite una fondazione privata sostegno un progetto di inclusione scolastica. La proposta di Salvini non guarda in faccia la realtà: ci sono città in tutta italia dove la percentuale di stranieri è molto alta. A Prato varia da quartiere a quartiere, e quindi è irrealizzabile.”
