PRATO (lunedì 24 giugno 2024) – Un cardiologo, convenzionato con la Asl Toscana Centro, prescriveva farmaci ai pazienti che riceveva privatamente utilizzando la ricetta rossa. Per questo motivo il medico, già condannato a due anni di reclusione per peculato, truffa aggravata e falso, dovrà rimborsare alla Asl circa 56 mila euro. A stabilirlo la corte dei conti.
di Laura Andriuzzi
A far emergere l’attività privata, nel 2015, era stata una paziente che si era lamentata del fatto che il suo nome non era stato inserito nelle liste del medico. I primi controlli incrociati fecero emergere qualcosa di strano: la donna, infatti, pur non essendo stata ammessa tra i pazienti del medico, risultata intestataria di una prescrizione su ricetta rossa.
Da quanto emerso, il cardiologo avrebbe realizzato parecchio profitto dalle circostanze, ottenendo un immobile ad un prezzo esiguo da un’azienda farmaceutica favorita dalla prescrizione dei suoi farmaci, sia lucrando dai pazienti i corrispettivi per le prescrizioni mediche senza nemmeno rilasciare regolare ricevuta, sia esercitando l’attività libero-professionale anche negli orari in cui avrebbe dovuto essere invece impegnato con quella in convenzione.
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